Un racconto delle Due Primule 2019

di Luigi Vicinanza

Ha il sapore del viaggio il Cammino delle due Primule, percorso inedito immaginato da Riccardo e Luigi. Fortunati vicini di casa di Primule identitarie e solitarie. La P. auricola, più timida con residenza montana mentre la più estroversa e precoce P. palinuri,  si concede in una locazione costiera. Hanno scelto ,idealmente, di ricongiungerle percorrendo le Terre di Mezzo tra la Vetta del Cervati e Capo Palinuro insieme ad un manipolo di curiosi divoratori di paesaggi. La compagine di ventura annoverava tra i suoi ranghi (oltre ai già citati capi spedizione e all’improvvido scrivente): Luca, l’ agricoltore-pescatore dalla fisionomia piratesca, Carla, l’ indomita ricercatrice dal passo spedito, Alessandro, l’eterno camminatore a reazione cinetica, Massimo,  il saggio Doc che non può mai mancare e Stephanie, l’ americana giramondo. Già appassionati e recidivi frequentatori di sentieri sparsi qua e là per il Pianeta con i più sedentari vagabondi nell’amata Magna Grecia mentre i più avventurosi hanno bazzicato anche i paralleli oltre l’equatore e financo le cime intorno Khatmandu.

In comune, però, tutti avevano lo stesso atteggiamento in quei quattro giorni del marzo 2019. Privi di qualsiasi ambizione “di gara”, “di resistenza”, “di chi è più bravo ad arrivare prima” erano piuttosto affetti da un tempo dell’esplorazione e della condivisione. Animo da viaggiatori quindi, nel percorrere il Cilento in una delle sue vene principali. Dalla Montagna al Mare in una manciata di chilometri, il tratto distintivo ed unicodi questa Terra del Mediterraneo. In cui gli ambienti di altura e di costa coesistono in una breve distanza a fisarmonica che varia in ecosistemi, paesaggi e luoghi generando moltitudini di specie viventi e di attitudini delle comunità umane.  

E’ potente la sensazione del passaggio dalla Neve al Mare. Sei in uno spazio dilatato in perenne espansione, inconsapevole del tuo vertice eppure ancorato “al qui e ora”, come se di improvviso ti ritrovassi negli assoli di Gilmour  in “Shine on crazy  Diamond”

Avverti una sensazione di profonda connessione con ciò che ti circonda anche se distante: non importa se è ad un metro da te o ad un chilometro.  Esattamente come le due primule, opposte e connesse. Ecco che allora durante il cammino, incroci e ti intrecci in una trama sottile di fili che si legano alle brezze sferzanti della Vetta, alle fessure farcite di muschi nelle rupi calcaree,  al fogliame umido e secco in odore di macerato, ai fili d’erba brucati dalle capre, ai tronchi caduti rigeneranti di vita coperti di funghi a mensola, ai sottili rivoli d’acqua delle pozzanghere, alla ruvidezza della corteccia delle sughere, alle pietre fuori dal tempo di casolari in frantumi, ai cerchi di caccia delle poiane, alle gocce tentate dalla gravità sul bordo ferroso di fontanili improvvisati, all’intenso traffico di volo degli insetti, agli ambìti e sfuggenti asparagi, all’ intraprendenza di vacche in ascesa, alla drammatica ripidità delle falesie sul mare. Il cammino significa “dissolversi” mantenendosi integri nella Rete della Vita, che è il vero significato di biodiversità: la trama infinita di relazioni tra gli organismi viventi e gli elementi! E qui senti talmente concreta l’affascinante ipotesi, dei grandi scienziati Lovelock e Lynn, che affermano che la Terra (Gaia) è un essere vivente. Per un attimo giochi di immaginazione, pensando a quale organo del Pianeta, il  Cilento, possa corrispondere (ma lasci con soddisfazione il quesito senza risposta, abbandonandoti al pudore del mistero..)

E mentre entravi in collegamento con il circondario vivente, nella Compagnia della Primula cresceva, senza che ne fosse intaccata la disciplina di marcia, il clima goliardico e complice. Quasi fossero i protagonisti dei film della trilogia della fuga di Salvatores. 

Indimenticabile fu la serata “musichiera” con il barbuto e monumentale Cono nella sua eponima locanda, ricovero notturno nella tappa di Rofrano. Scatenato lui, con il suo organetto a ritmo di beat-folk cilentano che invitava il gruppo (invano) a lanciarsi in pista.  Come credibili,  “battiatiche, coppie di anziani che ballano al ritmo di sette ottavi”, considerato l’aspetto canuto, dismesso e inciabattato della Compagnia provocato dalla stanchezza!

Decisamente più vispi il giorno dopo. Un clima festaiolo si accende, all’arrivo nel centro di Montano Antilia. Accolti con divertito scetticismo dalla diversamente giovane popolazione della piazza, confluiamo nell’ immediata condivisione di tavolata ed aneddoti di una ruralità onnipresente e sacra. Impossibile poi sottrarsi all’invito di una partita a carte. Così la Compagnia si è ritrovata in una sfida a “tressette” con la Squadra dei Campioni di Montano conclusasi con la nostra prevedibile disfatta! Chissà, quei simpatici signori magari  erano sotto le mentite spoglie dei Guardiani del Cilento con il compito di provare la nostra capacità di saper vivere le relazioni schiette, prima di lasciarci procedere verso la Primula. Relazioni appunto, in cui ci siamo imbattuti di nuovo, quelle delle reti sociali autoctone intrecciate e co-evolute con la Rete della Vita. Il cammino compie quindi il suo scopo profondo: lasciarti toccare questa fortunata commistione,  vero nucleo pulsante del Cilento.

L’ epilogo dell’avventura inizia nella risalita della Molpa, quando intravedi, poco prima di essere in cima, il mare. In un campo ottico sempre più vasto e dai margini continuamente sfuggenti. E si consuma l’ennesima “unione degli opposti lontani, qui e ora”. Perché senti ancora le mani ghiacciate ed i brividi di freddo della Montagna con il sole che ti sbatte in faccia il suo calore e accelera la tua voglia irrefrenabile di tuffarti in acqua. Mentre lo stupore ti accompagna alla scoperta dei gialli capolini delle Primule. Minute e resilienti, aggrappate ad inospitali bordi di roccia vedette sulla foce del Lambro. Giocano a farci da bussola, indicandoci la strada per l’ultimo breve tratto verso Capo Palinuro, dove altre colonie di Primule ci aspettano.  E a cui piedi, concludiamo il viaggio festeggiando con lo spirito guascone di sempre….buttandoci nelle gelide acque di un mare di marzo!

Se vi è venuta voglia di fare il Cammino delle Due Primule e magari questo coinciderà con altri impegni. Be’  non curatevene, rimandateli e fate questo viaggio!!!!